TOWARDS EAST
6/20 gennaio’23 , Artizan Sanat Istanbul -Turchia-
La terza esibizione del mio progetto si è tenuta a Istanbul, presso il centro culturale turco Artizan Sanat. Hanno partecipato agli eventi organizzati in occasione della mostra persone di varie nazionalità, in particolare originarie della Turchia. Ho provato una grande gratitudine per le donne che mi hanno accompagnato durante gli incontri, facilitando la conversazione e traducendo dall’inglese al turco. Senza il loro aiuto sarebbe stato difficile riuscire a superare le barriere linguistiche.
C’è stata un’ampia discussione sui temi legati al viaggio vissuto dall’interno, con un’attenzione particolare alle ragioni che spingono una persona a partire per un viaggio alla scoperta di sé. In particolare, è stato affrontato il tema di come la sensazione di smarrimento provata in un certo momento della mia vita abbia determinato la scelta di partire, nonostante le mie numerose resistenze. Si è giunti alla conclusione che perdersi è un messaggio che segnala quando non si sta seguendo la strada giusta e rappresenta un incentivo a cercare una nuova direzione in cui trovare se stessi.
Considerando il mio viaggio nella prospettiva delle fasi del Viaggio dell'Eroe descritte dal mitologo Joseph Campbell nel libro "L'Eroe dai Mille Volti", si è presa in considerazione la fase del viaggio nota come "la pancia della balena", che simboleggia il momento in cui avviene la separazione definitiva dal mondo conosciuto e dal sé. Mi è stato chiesto di raccontare quando e come mi sono ritrovata ad affrontare questo momento.
Confrontandomi con donne turche che hanno avuto modo di viaggiare sia in Oriente che in Occidente, ho riscontrato che loro considerano il viaggio in Oriente più pericoloso, mentre per me è l’esatto contrario. Ho trovato comunanza di vedute con alcune di loro nel considerare il viaggio come un'opportunità per trascorrere più tempo a contatto con la natura e riflettere su cosa è davvero essenziale nella vita. Un altro aspetto fondamentale che abbiamo in comune è l’interpretazione delle sincronicità, che è essenziale per decidere come proseguire il viaggio.
L’osservazione dei miei quadri ha portato alcuni partecipanti a chiedersi dove fosse il dolore nella narrazione del mio viaggio, perché, nonostante la ricchezza di colori e la vivacità delle mie tele, sembra che il dolore non faccia parte del mio racconto. In realtà, il dolore è descritto in alcune delle mie opere, ma non viene enfatizzato, non è il protagonista indiscusso dell’intera composizione.
Uno dei partecipanti agli incontri ha apprezzato lo sforzo considerevole compiuto nella realizzazione delle mie opere, che ritraggono autenticamente la vita delle comunità locali, affrontando temi universali. Ha tuttavia voluto sottolineare che, secondo la sua opinione, non è possibile veicolare un messaggio universale che possa accomunare tutte le culture, in quanto ogni cultura ha la propria maniera distintiva di percepire il mondo. Un esempio è la guerra Israele - Palestina, che ha un significato per alcuni e non per altri. La pace non è un valore universale, ma relativo al contesto culturale in cui viene considerato.